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NEVER BELIEVE WHAT THEY SAY
Mostra personale di Charlotte Mouwens

26 giugno - 31 luglio 2010


La scelta di Charlotte Mouwens (Rotterdam, 1981) di esprimersi attraverso la pittura  appare talmente totalitaria che l’osservatore ne percepisce immediatamente la forza e l’urgenza.
Protagonisti dell’universo pittorico di Charlotte Mouwens sono presenze umane, animali, talvolta interni di ambienti o paesaggi surreali. A volte si tratta di semplici dettagli, come se l’artista si soffermasse sul particolare tratto da una fotografia, in ogni caso il denominatore comune è  una sorta di dilatazione dell’immagine attraverso pennellate lunghe e sinuose che conferiscono pathos e una drammaticità dai toni espressionisti su cui si innesta lo sguardo ironico dell’artista.
Tale sgardo,  lungi dal suggerire una lettura disincantata del mondo, mira a disvelare il lato oscuro, o semplicemente assurdo, di una società dominata dal nonsenso nella quale l’esistenza si svolge secondo dinamiche e rituali che sfuggono a un ordine e a uno scopo.
Le ambientazioni e i soggetti mutano notevolmente da un’opera all’altra -l’orso che siede nel seggiolone come fosse un neonato da sfamare, una distesa infinita di carrozzine vuote, una folla di figure femminili uguali  che si erge in piedi tra una miriade di automobili, un giovane uomo che “entra” nel cofanetto di un carillon dalle dimensioni giganti- spaziando liberamente tra le immagini provenienti dal quotidiano che però, stralciate dal loro contesto e inserite in una cornice surreale, assumono connotati ambivalenti e si offrono a molteplici interpretazioni.
I colori e l’atmosfera di molte opere sono lividi, in contrasto con il cromatismo del mondo reale, contribuendo in tal modo a generare una sensazione di malessere e di spaesamento. Mouwens afferma di essere interessata al raggiungimento di una dimensione universale attraverso il particolare: le proprie esperienze ed emozioni, anche legate alla maternità, riviste attraverso un’immaginazione densa di atmosfere oniriche ma anche fortemente permeata dalla stratificazione di messaggi provenienti dai media, acquistano così una dimensione atemporale e un significato metaforico che costringono l’osservatore a riflettere su ciò che può celarsi dietro l’aspetto rassicurante di circostanze e gesti apparentemente banali.
L’artista, che ha recentemente partecipato al programma biennale della Rijksakademie di Amsterdam, sintetizza nel suo lavoro una sensibilità complessa e l’elaborazione di un linguaggio pittorico profondamente articolato che generano una poetica densa di istanze attuali, dai toni vibranti.

Simona Vendrame

 

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